di Claudia Bartoli
Lui cucina. Io disegno.
-Guarda che bel broccolo-
-Buona la minestra di broccoli e arzilla-
-Si, ma guarda che bel broccolo. Guarda la geometria che si ripete, il ritmo… Sono belli i broccoli-
-Sabato prossimo viene Sandro, e gliela faccio-
E’ fatto così, il mio amore, non che sia insensibile alla bellezza o alla cura, è che lui comunica cucinando, come una mamma degli anni ’50, mette tutta la sua perizia e la sua cura nella sua cucina.
Le ricette seguono un suo schema personale che accosta la cucina tradizionale romanesca, quella povera del quinto quarto, per capirci, alla cucina asiatica. Ci sono le ricette di famiglia con le sue variazioni, le sue rivisitazioni del cordon blue, qualcosa rapito a qualche chef compiacente (rompe le scatole a tutti, al cuoco stellato o a quello del rifugio di montagna) oppure le sue invenzioni.
Volevo anche io, con la mia perizia, fare qualcosa per lui. Eccole, alcune delle sue ricette illustrate.
He cooks. I draw.
-Look at that beautiful broccoli-
-Broccoli and ray soup, good-
-Yes, but look at that beautiful broccoli. Look, geometry, repeated shapes, rhythm … Broccoli are so beautiful..-
-Sandro is coming on saturday, and I could make it for him-
He’s like that, my love, he’s is beauty or care sensitive nevertheless, but cooking is the way he communicates, as a mom of the ’50s, he puts all his expertise and his care in cooking.
The recipes follow his personal pattern, which combines the traditional Roman cuisine with Asian one. There are family recipes with its variations, his reinterpretations of cordon blue, something stolen from some compliant chef (it doesn’t matter if a star chef or a mountain lodge’s one ) or simply his inventions.
Me too. I wanted, with my expertise, to do something for him. Here they are, some of his illustrated recipes.