Non avevo mai pensato di catturare un vento. Di farne una collezione. Di spedirlo a Rino Lombardi per il suo Museo. A Trieste c’è il Museo della Bora. Il magazzino dei venti. Un piccolo museo, che vive in un piccolo spazio che come tutti i musei che si rispettino ha un’ala chiusa, la pioggia che entra dal soffitto, gli schermi multimediali e una collezione di pezzi invidiabile.
Ma tutto é appoggiato alla rinfusa, in un ordine casuale come se una forte ventata di Bora avesse mescolato le carte. Ma per dirla tutta il Museo è Rino stesso, il suo direttore. Pubblicitario di professione, amante dei venti per passione. Perché quando arrivi, inizia a raccontare storie, a tirare fuori pezzi di sogni e di vita, idee fertili e in un attimo ti ritrovi a costruire girandole di carta, a far volare cappelli, studiare antichi anemometri, guardare un documentario degli anni Cinquanta, soffiare per misurare la tua scala dei venti.
Senza di lui, il museo non esisterebbe. Perché il museo è dentro di lui, nella passione con cui racconta, nella levità dei suoi pensieri, nella sua voglia di continuare a giocare, nel vedere la sua idea camminare da sola in un museo diffuso. E il merchandising con la Bora in scatola, i libri, i workshop per bambini, i filmati, gli sparavento. Un po’ Munari, un po’ Luzzati, E anche quel senso dell’ironia e del saper sorridere di se stessi e dei propri progetti. Perché tutto questo riscalda l’anima, la mente e il cuore, anche quando fuori il vento soffia forte e gelido.
E mi piace iniziare l’anno con questa storia, perché è una storia di idee, sogni e creatività, una ventata di positività, un modo per guardare alle cose senza averne paura. Grazie Rino di averci raccontato la tua storia l’ultimo dell’anno.
Che l’anno nuovo ci porti tutta l’allegria, la passione, l’intensità che ho trovato nelle tue parole.
Museo della Bora
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L’idea del Museo della Bora su You tube
Magazzino dei Venti, Via Belpoggio, 9 (visite su appuntamento)