taste
E’ appena entrato nel ristorante. Si è appena seduto. Sarebbe dovuto arrivare più di mezz’ora fa, ma ovviamente ha scelto il momento peggiore, con la sala piena. Naturalmente in cucina c’è un casino pazzesco. Lo chef cerca di mantenerci in riga, ma soprattutto calmi. Ma si vede che anche lui è teso come una corda di violino. E’ tutto il giorno che è nervoso. Qualcuno sbircia attraverso la porta della cucina, per vedere la faccia di uno dei critici più stronzi su scala nazionale.
“Ma guarda che faccia da…” “Che cazzo fate lì?!” lo chef non ci prova più a fare quello tranquillo.
“Forza, sbrighiamoci a fare uscire ‘sti piatti, così lui ce lo facciamo con calma!”
“In che senso…?” prova a sdrammatizzare un collega, buttandola sullo scherzo.
“Non fare il coglione!” Lo fulmina lo chef non ha voglia di ridere, a quanto pare. “Scusa chef!”. 
Facciamo uscire tutti i piatti più in fretta che possiamo, i camerieri fanno avanti e indietro. Nemmeno al ristorante cinese arriva tutto così velocemente. Ma naturalmente non basta.
“Tortelloni di baccalà con salsa di piselli e tartare di tonno.”
L’ordine preso dal maitre arriva come una sentenza di morte.
“Dai, dai, dai!” Con l’incoraggiamento dello chef andiamo ancora più veloci. “Prendimi la salsa di piselli!” Ordina al collega. “Sì chef!”. Sembra tranquillo e sicuro. Ma per un istante mi è sembrato che ha sgranato gli occhi, come se gli fosse venuto in mente qualcosa di terribile. Meglio seguirlo. Entro insieme a lui nella cella frigorifero.
“Ci sta la salsa, no?” Sta tenendo il contenitore un mano, guardando al suo interno. “C’è solo quella vecchia…” “Ma non l’abbiamo rifatta oggi?” “Sì, però l’abbiamo finita” Non ci credo “Hai usato prima quella nuova di quella vecchia?!” Apre la bocca, ma non dice niente “Dai assaggiala e vedi se è buona!” Faccio lo stesso. E’ buona. “Però non si può vedere! E’ verde scuro…” La guardo. Sembra fango.
Sbotto a ridere “Cazzo, e mo?”. Ci pensa un attimo.
Poi gli si illuminano gli occhi. Esce di corsa, lo seguo con lo sguardo farsi strada nella confusione della cucina. Torna trionfante con una boccetta in mano “Colorante!” Lo guardo con aria interdetta. Usare il colorante su un piatto per un critico. Sembra proprio un’idea di merda. Però è l’unica cosa che possiamo fare.
“Va bene, ma metticene poco.” “Se lo sa lo chef ci ammazza!” “Ti ammazza! Sei tu che hai finito quella nuova!” Lo correggo io. “Ormai stai qua, sei mio complice!” Ha ragione lo stronzo. Lo guardo ridacchiare mentre ci svuota mezza boccetta. “Fermo! Ma quanta ce ne metti?!” “Tranquillo” mentre mischia la salsa. La riassaggia schioccando le labbra “Come nuova!” esclama soddisfatto. Immagino.
I tortelloni escono su un letto di un qualcosa verde acido. Non esiste niente in natura con quel colore.
10 minuti dopo vedo uscire la tartare. E’  rosso, il tonno. Rosso Ferrari. Sembra radioattivo per quanto brilla. Guardo il collega. Sorride e mi strizza l’occhio. Mi scappa “Sei un coglione!” con lo chef accanto “Cosa?!” “Niente chef!”.
Due settimane dopo. Lo chef entra in cucina entusiasta. Ha un giornale in mano. “Siamo andati alla grande!” Ci mettiamo tutti intorno ad ascoltare. “Prodotti di prima qualità, lavorati con mani le sapienti dello chef” “Wow” “Siamo troppo forti”. Mi avvicino al collega “Prego, eh!” mi sorride soddisfatto.
“Ma come ha fatto a non accorgersi di niente?” gli chiedo, ancora sorpreso del successo.
“Quando fai qualcosa, la cosa determinante è la convinzione con cui la fai!”. “Quanto sei coglione!”. Ride. Ridiamo tutti. Siamo andati alla grande.
Antonio E. Sorrentino