“Ci sono un celiaco, un vegetariano e quattro mussulmani…” Sembra l’inizio di una barzelletta. Invece no. E’ una grandissima rottura di palle. Fanno parte di un gruppo di 30 persone, a menù fisso. Orecchiette con ragù bianco e funghi porcini, saltimbocca e caponata. Quindi ci siamo preparati già tutto, sarebbe stata una passeggiata. La salsa per la pasta è già pronta, così come il secondo e il contorni, tenuti al caldo e pronti per essere serviti.
La bella notizia che ci ha appena dato il matre ci dà non poche complicazioni, considerando che oltre a loro c’è un sacco di gente, nel ristorante. Ovviamente le reazioni della cucina sono tranquille e professionali.
“Ma che palle!!” “Ma annassero a magnà a casa loro, se devono fa’ ‘i schizzinosi!”
Solo lo chef prova a mantenere un minimo di decenza, anche se gli girano pure a lui “Ma perchè non avvertono prima? Almeno ci organizziamo! Che tre giorni fa non lo sapevano che sono celiaci?!” Chiede all’incolpevole matre, che non può far altro che allargare le braccia, senza dire niente “Così non si può andare avanti, però!” continua a rimproverarlo. Come se dipendesse da lui.
“E mo che je damo?” Un collega si rivolge allo chef, che ci dà istruzioni sul da farsi.
“Al celiaco gli buttiamo la pasta a parte e la salsa dovrebbe andare bene. Poi gli facciamo una bistecchina alla griglia.” E uno è andato
“Per il vegetariano” e ora si rivolge direttamente al capo partita dei primi “leva un po’ di funghi dalla salsa e gli condiamo la pasta a parte. Pure se ci va un po’ di carne ‘sti cazzi”
Pur non sembrando molto convinto della soluzione, armato di forchetta, il capo partita inizia a togliere dal pentolone un fungo alla volta. Ora sembra molto meticoloso, ma sono sicuro che si stancherà presto. Allora sì che ci sarà la carne. “Per secondo gli diamo la parmigiana di melanzane” continua lo chef
“Invece coi mussulmani stamo apposto così, no?” lo incalza un collega, che subito si rende conto dell’errore
“Ah no, il prosciutto dei saltimbocca… sennò c’abbiamo l’involtini de vitella cor guanciale….ah no.” “See ciao!”
E con grande frustrazione e rassegnazione decide di abbandonare la ricerca, manifestando il suo malcontento “Come se fa a nu magnasse ‘r maiale!
Cercando di andare oltre a questo illuminante scambio di battute, mi rivolgo allo chef. “Comunque anche nel ragù c’è il maiale” “E vabbè tanto mica se ne accorgono. Gli diciamo che è solo vitello”
Rivolgendosi al matre, che è rimasto ad ascoltare le variazioni del menù. Di tutta risposta fa di sì con la testa, con aria attenta.
Per un attimo rimango lì a pensarci su. Lo so che non dovrei contraddire lo chef, parò tutto questo mi sembra un pochino irrispettoso.“Scusi chef, ma loro non possono mangiare il maiale”
“Mica sono allergici” mi interrompe senza darmi il tempo di continuare.
Ci provo lo stesso “No, non lo sono. Però fa parte della loro religione, della loro coltura. E’ una cosa in cui credono. Non possiamo fregarcene così…” cerco di dirlo più umilmente possibile, ma non sembra volermi dare ascolto.
Ora si rivolge a tutti i presenti “Allora da adesso in poi ci pensa lui al menù! Parlate solo con lui!” Tutti ridono.
Poi torna su di me. “Siamo tutti d’accordo che non lo “possono” mangiare” fa anche le virgolette con le dita, alzando gli occhi al cielo “E sarebbe carino se noi rispettassimo il loro credo” Sarebbe “carino”? “Ma tanto pensi che se ne accorgeranno se c’è il maiale o no?!” e se ne va, dopo avermi dato questa grande lezione.
No. Probabilmente nessuno si accorgerà di niente. E’ vero. La gran parte delle persone non ha idea di cosa si mangia. Puoi vendere una cosa per un altra. Puoi vendere tutto ciò che vuoi. Nessuno ti scoprirà. Devi solo decidere quanto essere carino.
Antonio E. Sorrentino