


Da piccoli noi si giocava e basta. Qualsiasi cosa era buona. Un sasso, i trifogli che quando li assaggiavi sapevano di limone. E quelle altre piante, di cui non sapevi neanche il nome, i cui fiori appiccicavano le mani ed erano dolci come la melassa. Da piccoli noi assaggiavamo tutto, perché tutto aveva un sapore e poteva scatenare nuove avventure. Da piccoli un limone non era solo un limone, ma una montagna, un proiettile, un piacere proibito. Poi un giorno mio padre mi ha portato una bambola dalla Germania. Era la modernità incarnata. Con un cappotto alla moda, giallo pure lui. Era Skipper la sorella piccola di Barbie. Ma io veramente non ero così smart come lei. Non le ho mai cambiato il cappotto giallo. E l’ho buttata nella mischia. Con il limone, il sasso e i trifogli. E forse da lei ho imparato a prendere tutto come un gioco, con il piacere di sperimentare e contaminare mondi, sapori e sensazioni. Era il mio avatar nel mondo del “provaci vediamo cosa ne viene fuori”.
Ora quando la vedo mi vien da pensare: alla fine la vita è un gioco, con tutti i sapori che si porta dietro.
Have a playfood life!
Photo Patrizia Boglione