Stavasi sul ramo l’usigniuola, e l’usigniuoli suoi piccini d’entro del nido vociavan reclamando il desinare.
Transitavano colà dimolti vermi, e lombrichi, e larve d’ogni sorta. I corvi gracchianti ne facevano man bassa: ma l’usigniuola non moveva l’ali, non pareva por mente alla bisogna. Era alle viste un ciriegio in fiore. Di bianca e celestial bellezza, ma sol di gemme cardo. E venuta stagione, che i fiori in frutto alfin converse, ecco che spiccò il volo l’usigniuola, e le ciriegie al nido vermiglie e zuccherine ai pargoli portò. Che crebbero cantando, e di qual voce.
La favola ne insegna: che mangiar vermi sfama, ma la bellezza nutre.
Carlo Emilio Esopi