Il rapporto con il fritto è conflittuale per cottura. Lo stomaco lo ama, il fegato lo odia, il resto del corpo lo guarda con sospetto: sull’olio si scivola.
I fritti si respingono con la forza della temperanza e si adorano con la debolezza della gola. Il peccato fritto è ritenuto uno dei peggiori dagli integralisti del salutismo, scatena le repressioni dei fanatici del tuttoacrudo, ma non deve essere demonizzato. La conoscenza del bene passa di necessità attraverso l’assaggio del male. Nella padella con l’olio che sfrigola c’è un clima infernale e una predominanza satanica, ma resiste comunque qualcosa di divino, altrimenti cosa starebbe a significare l’unto del Signore? Il fritto è l’ingresso dell’ade ma a modo suo anche un antipasto del paradiso, è una delle prove evidenti della natura antinomica della verità.
Tra il frutto del peccato – interpretato dalla mela a cui la storia ha dato meriti e colpe oltre le sue possibilità – e il fritto del peccato è di certo più grave il secondo: c’è molto di luciferino, è bollente, puzza, non di zolfo, ma puzza. Eppure.
L’esperienza del fritto è necessaria, sia per il fegato che ogni tanto deve essere spinto al massimo come un motore, sia per la coscienza che deve tuffarsi nell’esperienza della padella senza precipitare nei gironi della brace.
L’ideale sarebbe definire una disciplina che regola l’assunzione dei fritti con un vero e proprio catechismo: Le Sacre Fritture.
Nelle Sacre Fritture è previsto obbligatoriamente l’uso di acqua santa e di olio benedetto, si consiglia di praticare saltuariamente e santuariamente esercizi per lo spirito, ovviamente orali: suplliz, fioretti di zucchina, fettine penate, animelle fritte, santinbocca. Tutti sappiamo come i fritti siano capaci di mandare in estasi il palato: la virtù promossa dalle Sacre Fritture suggerisce di mantenersi nei limiti dell’assaggezza, senza mai raggiungere le profondità viziose della gola, cadendo nel baratro dell’indigeribile.
Nessun cibo è mai cattivo in sé, è l’abuso che fa apparire la friggitrice colpevole al posto di colui che preme il grilletto. Friggere è umano, perseverare è diabolico.
Photo by Henry Hargreaves