INCONTRO

“La figura fa riferimento al periodo felice che è immediatamente seguito al primo smarrimento, quando, quando ancora non erano sorte le difficoltà del rapporto amoroso”

Bouvard e Pécuchet

Chateaubriand:

Nell’incontro, io mi meraviglio per aver trovato qualcuno che, con pennellate consecutive e ogni volta precise, porta a termine senza cedimenti il quadro del mio fantasma; io sono come un giocatore la cui fortuna non si smentisce e che al primo colpo gli fa mettere la mano sul pezzo che va a completare il puzzle del suo desiderio. E’ una scoperta progressiva (quasi una verifica) delle affinità, delle complicità e intimità; e tutto questo io potrò condividerlo per sempre (almeno penso) con un altro che, da quel momento sta per diventare il “mio altro”: io sono tutto proteso verso questa scoperta (ne tremo), al punto che qualsiasi curiosità intensa provata per un essere incontrato equivale in fondo ad amore. (….). Ad ogni istante dell’incontro, io scopro nell’altro un altro me stesso: Le piace questo? To’, anche a me! Non le piace quello? Neanche a me! Quando s’incontrano, Bouvard e Pécuchet non smettono più di elencare, con reciproca meraviglia, i gusti che hanno in comune: si tratta a quanto pare di una vera e propria scena d’amore. L’incontro pone il soggetto amoroso (che è già estasiato) nello sbalordimento di chi si trova a vivere un fatto soprannaturale: l’amore appartiene alla sfera (dionisiaca) del Caso.

Che dire , questa cosa almeno una volta nella vita la si prova. Io quardo il mio ospite e mi stupisco. Le affinità sembrano incredibili. Col tempo qualcosa che non si combina si scoprirà? Ma non è forse che quando questa forte sensazione si ripete qualche volta nella vita, è perchè nei diversi momenti cerchi qualcosa di diverso? Forse ci sono momenti in cui cerchi diversità, altri in cui cerchi affinità. Benigni su YOU TUBE sta dicendo che l’amore è come la morte: o sei innamorato o non lo sei, o sei morto o non lo sei. Non puoi essere troppo morto. Quindi non puoi essere più o meno innamorato, non esiste il troppo amore. C’è una misura dell’amore che non va nè su nè giù. Mi piace.

Poi dopo l’amore c’è la relazione. Ci sono combinazioni che non funzionano. E una combinazione sbagliata può far male al sentimento. Quindi bisogna costruire la relazione. E costruirla significa capirsi. Tutto quello che impedisce il comunicare nella relazione, porta alla morte dell’amore. Credo che il nocciolo sia questo.  Gli amori finiscono perchè la relazione non funziona; è vero anche il contrario.

Chissà come funziona la relazione tra il sapore di una zucca e il profumo di una cipolla rossa?

INCONTRO CASUALE DI ZUPPA, CIPOLLA ROSSA E PUNTE DI CERFOGLIO

Che colori questa zuppa. Già fotografarla è bellissimo. I miei colori preferiti. Arancio e viola. Diversi e complementari. Io ci ho creduto tantissimo nella diversità che genera creatività. Ma forse era la differenza di sensibilità il problema. Perchè zucca e cipolla, dolci, acquistano la stessa consistenza. Se la consistenza si esprime nel contrasto, materie sensibilmente diverse non si amalgano e non potenziano il gusto.

Fare un soffritto di cipolla rossa nell’olio extravergine d’oliva. Quando la cipolla è morbida mettere la zucca a pezzetti. Per avere maggior consistenza aggiungere patate a pezzettini. Mescolando, lasciare ammorbidire. Aggiungere a poco a poco il brodo vegetale,  legare il cerfoglio in un mazzetto, metterlo nella padella per far insaporire la zuppa, poi aggiungere quando serve altro brodo, lasciando cuocere 2530 minuti a fuoco dolce. Levare dal fuoco e frullare il tutto, aggiustando di sale.

Una volta ottenuta la consistenza desiderata, aggiungere del pepe macinato fresco, un pizzico di cannella in polvere  e un filo di olio extravergine d’oliva. Servire la crema calda, accompagnata da Parmigiano o altro formaggio dolce e crostini di pane.