Gli occhiali scuri
NASCONDERE
Io posso fare tutto con il mio linguaggio, ma non con il mio corpo. Ciò che riesco a nascondere con il mio linguaggio il mio corpo lo dice. Posso modellare a mio piacimento il mio messaggio, ma non la mia voce. Qualunque cosa essa dica, dalla mia voce l’altro si accorgerà che “ho qualcosa”. Sono bugiardo (per preterizione), ma non so recitare. Il mio corpo è un bambino cocciuto, il mio linguaggio è un adulto molto evoluto…
……sicché una lunga serie di sforzi verbali (le mie “gentilezze”) potranno tutt’a un tratto esplodere in una revulsione generalizzata: una crisi di pianto (per esempio) davanti agli occhi esterrefatti dell’altro, vanificherà d’un sol colpo gli sforzi (e gli effetti) di un linguaggio troppo a lungo calibrato. Esplodo: conoscerai alfine Fedra e tutto il suo furore.
Racine
Frammenti di un discorso amoroso, pagg. 140-141
Ecco io sono proprio così.
Il corpo parla per me. Un ombra nello sguado, un tentennamento nella voce, una contrazione del volto, il sorriso che sparisce all’improvviso, una mano che si lascia sfuggire la sua mano, un abbraccio legnoso. Ma sono segnali deboli, quasi impercettibili, che solo una sensibilità fine riesce ad interpretare. E nascondo anche a me stessa, fino a che la situazione emotiva diventa insostenibile e allora esplodo. So che è pericoloso. So che poi l’altro fatica a comprendere. So che non sa dove sta il bandolo della matassa.
Come uscirne: segnali deboli + comunicazione?
Non aver paura del conflitto? Non rimuginare sulle cose dette e quelle non dette fino a creare dei fantasmi? E se poi sarà troppo tardi? Se tutto dopo l’esplosione è andato in frantumi?
Se avessi parlato a chiare lettere nel tempo invece di mandare messaggi chiari solo a me stessa? Ma per parlare ci deve essere disposizione all’ascolto. E quando ti rendi conto che l’altro non ascolta per abitudine, smetti di parlare del tutto.
Così è andata.
E tu sai ascoltare?
GRATIN DI CAVOLFIORE ED ACCIUGHE NASCOSTO SOTTO UNA COLTRE DI BESCIAMELLA
Pulire e mondare un cavolfiore. Mettere in padella dei filetti di acciughe e far rosolare fino a che diventano morbidi e si sciolgono. Aggiungere il cavolfiore tagliato a pezzi e far dorare. Coprire la padella con un coperchio e girare ogni tanto. Aggiungere un po’ di peperoncino, secondo il gusto. Preparare una besciamella leggera. Imburrare una piccola teglia, aggiungere il cavolfiore unito ad una parte di besciamella, poi coprire con un cappello fatto con la besciamella rimasta. Spolverare con parmigiano misto a pane grattuggiato. Mettere in forno a 180° e far dorare.
Servire fra pesce e carne come piatto di mezzo.
P.S. Molto carino servito in piccolissime monoporzioni.
Photo by Gorgelous
Food Styling Giulia Cuevas